Attenti all’orso
Ma anche al twink, eh. L’apparenza conta poco, in questi casi, però – ecco – sto facendo il verso a Lucio Dalla.
Dunque, lasciate che vi racconti.
L’altro giorno, per esempio, mi è capitato di chattare con due tipi:
- Il primo digitava da una zona chiaramente malfamata, non aveva cam e proponeva di avventurarci a piedi in un bosco solitario. Già che c’era, poteva pure masterizzarmi qualche traccia di Dario Argento, così la ascoltavamo assieme nelle cuffiette.
- Il secondo, invece, si era dichiarato uno studente di architettura ma l’involuzione della sintassi tradiva trascorsi difficili nel profitto alle scuole elementari.
Faccio questa premessa per invitare alla cautela tutti quelli (me compreso) che si arrischiano ad incontrare sconosciuti attraverso Internet.
A dire il vero, non mi sono mai capitate brutte esperienze con la chat ma questo anche perché ho sempre cercato di fare molta attenzione.
E quindi, no a chi non ha cam, per esempio: ché oggi costa dieci euro ed è alquanto sospetto non possederla.
Ecco, non vale mai la pena correre rischi più grandi del necessario, quindi no anche a chi, per un motivo o per un altro, non ci convince del tutto; sì, invece, alla funzione logging (salvataggio automatico) delle proprie conversazioni telematiche: dovesse succederci qualcosa, le ricerche partirebbero dal nostro computer (e, se non siamo allo scoperto, ben venga l’uso di password: così proteggiamo la riservatezza ma la Polizia Postale riesce ugualmente ad aggirare l’ostacolo).
Dopotutto, la cronaca ci narra di rapine, violenze ed omicidi che hanno avuto luogo seguendo il copione dell’adescamento omosessuale, quindi la prudenza non è mai troppa. Anche se credo che in quest’àmbito il rischio più frequente alla propria incolumità riguardi le malattie sessualmente trasmissibili, mi è effettivamente capitato di vivere qualche brutto momento: però, in verità, è successo dal vivo, quando mi sono isolato con persone che conoscevo poco.
Una volta, quando a vent’anni frequentavo abbastanza spesso le disco-gay, mi ero ritrovato senza passaggio per tornare a casa; allora, un amico di conoscenti si era gentilmente offerto, adducendo di dover fare la stessa strada. Mettevo in conto che ci provasse, questo è vero, ma non che mi minacciasse se non sottostavo ai suoi ricatti e nemmeno che effettivamente mi lasciasse a piedi. Cercò in tutti i modi di scoparmi ma il mio culo rimase attaccato al sediolino, nemmeno fosse divenuto di ghisa; fortunatamente, si astenne dal picchiarmi come preannunciava, ma asseverò che saremmo rimasti in quel luogo dimenticato dagli uomini finché non gli avessi fatto almeno un pompino. Apprezzai molto l’inusitata gentilezza con la quale mi consentì di usare il preservativo per succhiarglielo, tuttavia non penso che ciò sminuisca grandemente la gravità morale del suo gesto.
In un altro paio di circostanze, sempre dal vivo, sono stato minacciato: un tipo, una volta, dopo avermi fatto spogliare, mi fece capire che non mi avrebbe lasciato rivestire se non obbedivo ai suoi ordini: gli andò male perché gli dissi chiaramente che non me ne fregava un cazzo e preferivo camminare nudo in un luogo pubblico, spiegando l’accaduto, piuttosto che sottostare alla sua richiesta.
In un’altra situazione, al mio rifiuto di obbedire ad ordini sessuali, mi fu intimitato di, almeno, consegnare tutti i soldi che avevo con me, pochi spiccioli per fortuna; ancora, in una diversa occasione, mi accorsi, infine, che il ragazzo che si era isolato con me cercava con sforzo di posizionarsi in modo tale che non potessi divincolarmi da lui senza il suo consenso; ebbi la prontezza di buttarlo subito per aria e me ne andai, con passo deciso e sprezzante (ma manco troppo veloce) mentre imprecavo a voce alta, al punto che lui ne rimase impietrito.
Da queste esperienze ho imparato che:
- ho sbagliato a mettermi in certe situazioni; alcuni ambienti sono mortificanti: mai più!
- è importante per chi, nonostante tutto, desiderasse indulgere in certi incontri, chiarire preliminarmente, con parole inequivoche, come e cosa si vuole fare; e confidare, frattanto, nella benevolenza celeste.