Confessioni

Trovo sia interessante osservare le diverse, infinite sfaccettature della sessualità.

Per esempio, spesso ho riflettuto sul fatto che io – se non ho un partner stabile – a differenza di molti, non ho particolari esigenze per sopravvivere: le uniche due cose, a cui non credo potrei rinunciare a lungo, sono la masturbazione e le coccole, fossero anche frutto d’improvvisazione con uno sconosciuto.

«Come fai?», mi han detto in diversi. «A me, nel sesso occasionale, piace soltanto trivellare».
Be’, io invece funziono al contrario: volendo ridurmi all’essenziale, ho bisogno soprattutto di contatto fisico.

Invece, se mi trovo con una persona per me importante – cioè con cui almeno c’è un forte affetto – ciò che più mi dà piacere è procurare piacere.

Non so: è un circolo edonistico vizioso.

Ci sono cose che forse non cercherei mai per me stesso, ma se sapessi soddisferebbero colui che amo o a cui comunque voglio bene, proverei più che posso a metterle in atto.

Per esempio mi sovviene che *** era estremamente eccitato dal toccarmi in autostrada, mentr’era alla guida.
Non si accontentava di palpare: voleva che gli attributi fossero en plein air.
Ricordo le macchine che ci sorpassavano e, sia pure per pochissimi secondi, credo vedessero tutto: io mi industriavo a soffocare un minimo di imbarazzo, però il sapere d’appagarlo al contempo mi eccitava.

Così, un giorno, volli fargli un regalo.
Conoscendo questo interesse, decisi in preda all’estro di praticare su di lui sesso orale frattanto che guidava.
Fu estremamente apprezzato: la sua eccitazione era talmente tanta che ci impiegò solo pochi secondi.
Ovviamente, non fu per niente un comportamento intelligente e, ora che sono patentato, non lo ripeterei di certo: tanto è vero che “al momento culminante del finale travolgente” perse per qualche istante il controllo ed urtammo, senza conseguenze, il guard-rail.
Un lungo momento di terrore, ben meritato.

La stessa persona annoverava tra i comportamenti per lui gratificanti anche il condurmi quasi fino alla fine e poi – come si dice nelle riviste adatte ad un pubblico conservatore – negarmi la gioia.
Mi faceva promettere che, una volta tornato a casa, non avessi provveduto da solo e fossi così ben pronto per il nostro successivo incontro.
In questo caso, però, era il mio egoismo a prevalere: spergiuravo di averlo accontentato ma in realtà mi ero dato parecchio da fare :P



Questo è un post di admin scritto in data 8 Luglio 2011 alle ore 23:28 e appartiene alla categoria Personale. Puoi seguire i commenti a quest'articolo attraverso un feed apposito. Sei invitato a lasciare un commento. Non è consentito il ping.

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