Ex
Dev’essere la settimana degli ex, questa.
Pochi giorni fa ho risentito L.
Mi ha contattato, con ritardo, per farmi gli auguri in occasione dell’onomastico, scusandosi infinitamente per la sua memoria di materiale fecale.
Gli ho risposto che non importava se aveva fatto tardi: davvero, contava il pensiero.
Poi abbiamo iniziato a prenderci in giro, in senso buono, ma si avvertiva che ormai siamo due persone che non hanno troppo da dirsi.
Allora, ho iniziato a parlare di giochi di ruolo – di cui non mi frega granché – commentando le sue ultime giocate, apprese grazie a Facebook: l’ho sentito discorrere di quest’argomento per giorni interi, ragion per cui, volendo, sono in grado di produrmi in osservazioni alquanto tecniche.
Lui si è rischiarato, contentissimo. Ed era quello che volevo, alla fine: ricambiare il bel pensiero che aveva avuto, anche se a suo tempo avevo combinato un casino per fargli capire che ci tenevo.
Poi ho ribeccato in chat anche M.
Si vede che tiene sempre a me: mi ha rivisto in cam, poi ha chiesto se ora voglio diventare Mister Universo, aggiungendo che quest’estate vuole rivedermi.
Non mi dispiacerebbe, in effetti, organizzarmi una vacanzuccia: anzi, mi ci vorrebbe proprio l’allontanarmi un po’ da Napoli per qualche giorno.
Se ci sarà occasione, magari accetterò.
Poi ha accennato ad un problema che ha. Precisando: per vedere se ancora ti preoccupavi.
Quindi, ha cambiato totalmente discorso:
– Te lo dico solo dopo aver scopato.
– Ma dài.
– Che c’entri? Non ho detto con te.
È sempre lui.
E pensare che un giorno davvero credevo, con quelli che oggi sono i miei ex ed affini, di poter costruire chissà cosa.
Forse, in amore – e più in generale con le nostre speranze – la soluzione giusta è quella buddista.
È il desiderio la causa del dolore: tolto il primo, scompare anche il secondo.
Poi, se ci siamo sbagliati, tanto meglio: però si deve credere che certe cose siano – al massimo – un’eventualità remota.
