I soliti idioti

“I soliti idioti” provoca in me un profondo moto di ripulsa.
Il problema non è che non mi fa ridere, quanto piuttosto il fatto che suscita nella mia persona un fastidio viscerale ed acuto talmente intenso che faccio fatica a scriverne.
E allora sono andato a leggere, in giro per la rete, soprattutto le opinioni di coloro che lo difendevano a spada tratta, per cercare di afferrare cosa mi sfuggisse.

Sul web infatti è sorta una gran polemica a partire dall’articolo di Concita De Gregorio, che condivisibilmente argomentava:

«Alla fine resta un senso di sgomento e di sconfitta, una specie di incredulità: ci si può arrendere al fatto che la canzoncina “omosessuale, lo capisce anche mia nonna che è lo stesso che esser donna senza il ciclo mestruale” stia per diventare il ritornello dei prossimi mesi? Perché un ragazzo coi soldi del biglietto in tasca dovrebbe entrare a vedere un tipo truccato da vecchio marpione con la faccia di plastica che cambia il motivo di “Besame mucho” in “besaje er bucio”?»

Aldo Grasso le ha risposto parlando di una «incapacità» della giornalista «di leggere I soliti idioti per quello che sono, un racconto volutamente esagerato di vizi e manie del paese» e di una sua «miopia nel confondere le regole di un genere narrativo (la satira) con un declino morale».

Gli hanno fatto eco molti altri. Per esempio, secondo Stefania Carini, «il terribile padre di Gianluca fa ridere. E rappresenta tutto il paese: un uomo benestante che sa come funziona la vita, e vuole svegliare il suo figliolo, spiegargli cioè che vince la truffa, il magheggio, l’arroganza, la sorca».

Ecco, cercherò di essere sintetico: il mio moto di stizza nasce esattamente da questo.
Ai miei occhi il padre di Gianluca incarna soltanto il conformismo e l’ottusità di chi pensa di possedere verità universali.
In altre parole la stupidità estrema di chi sostiene che si debba agire in un determinato modo soltanto perché «così fan tutti» ed ignora che, secondo questa logica, il cibo che ha più degustatori è la merda, la quale è apprezzata da un’infinità di mosche.
La conseguenza è: chi si discosta dalla mentalità dominante merita le risatine e le offese di tutti gli altri.

Ora a me non interessa se le cose funzionano davvero così nel mondo. Ed è totalmente irrilevante, secondo me, sapere se questa rappresentazione sia fatta all’insegna di una comicità leggera senza pretese, oppure per incanalare un messaggio positivo o negativo.
Resta il fatto che, sebbene lo negheranno recisamente anche a sé stessi, ai miei occhi la maggioranza di coloro che si divertono osservando certe scene sono gli stessi che riderebbero di un diverso o di un emarginato.
E francamente a questo spettacolo, già comunissimo di suo, io non ho punta voglia di assistere anche a pagamento.



Questo è un post di admin scritto in data 8 Novembre 2011 alle ore 16:55 e appartiene alla categoria Personale. Puoi seguire i commenti a quest'articolo attraverso un feed apposito. Sei invitato a lasciare un commento. Non è consentito il ping.

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