Kevin e Neill, giovanissima coppia gay
Ecco un video caruccissimo: due fidanzati dicono in cam ciò che all’uno piace dell’altro.
Nella descrizione del canale si legge che hanno una relazione a distanza (California – Florida, li separano più di 3000 km).
Sono giovanissimi, romantici e sognatori. Il video è troppo dolce.
A Neill piace che il ragazzo: è servizievole nelle faccende di casa, gli cucina il pranzo, gli fa il solletico anche quand’è di malumore, apprezza il suo aspetto appena sveglio, gli prepara la limonata (ché lui si scoccia di farsela ma l’adora), ama i Digimon e la Disney, ha smesso di fumare, sopporta il casino che lui combina mangiando e sbocconcellando cheerio, è sempre arrapato, gli piace la musica pop koreana, lo ama, ha pazienza con lui, è affettuoso verso la famiglia e gli amici, ha lo stesso senso dello humor dei suoi amici (perciò vanno tutti d’accordo impeccabilmente), che hanno appuntamenti romantici, il suo sorriso, guardarlo negli occhi prima di addormentarsi, che lo chiama frocio, che non prende ciò che sono sempre troppo sul serio così lui non si spaventa, che gli piace scherzare, che sono innamorati.
A Kevin piace che l’altro apprezza la musica pop koreana e la canta e balla mentre guida, che s’impegna a scuola, che è passionale, il suo talento artistico, che è molto premuroso e manda sms a sua “suocera” per salutarla, che lo ha invitato a cena con la famiglia perché pensava fosse importante che conoscesse tutti, che è meraviglioso, che una volta al mese possono dormire assieme, il suo ottimismo, che è innamorato di lui, che lo lascia giocare ai Digimon senza fargli problemi, il suo sorrisone e gli occhi, il modo in cui questi occhi a volte sbrilluccicano quando parla con lui, il momento in cui lo vede comparire all’aeroporto, svegliarsi al suo fianco, che scatta tante foto che documentano la loro relazione, che è così dolce, che lo abbraccia e rassicura sempre, che lo spinge ad essere una persona migliore e lo aiuta a diventarlo.
Volevo aggiungere altro e scendere con i piedi per terra, ma poi ho pensato: meglio di no!
Sognare cinque minuti non può fare male.