Mario
Mario, nome di fantasia, è il mio istruttore in palestra.
Si fa per dire: ha fatto un corsetto e via. Però la sua passione per il body building è autentica, anche se poi di scienze motorie ne capisce poco.
Quando all’orecchio gli è giunta la voce che io potessi essere gay, ha preso la fisima: ogni giorno trovava il modo di parlare dell’argomento, ma io dopo poco sono diventato bravo a stoppare ogni discussione sul nascere.
Poi ho guardato sul suo Facebook, visto che ha la bacheca pubblica: anche lì è ossessionato dai froci, anche lì fa spesso battute omofobe.
Però, è strano: alla sua età ha soltanto storielle, anche se in realtà vorrebbe una relazione fissa.
Recentemente un ragazzino ha iniziato ad allenarsi: biondino, viso dolce, lineamenti gentili.
Per magia, sembra diventato il suo migliore amico, nonostante i decenni di differenza di età: lo va a prendere a casa ed insieme vanno a correre. Succede soltanto con lui.
Diceva Andreotti che a pensar male si fa peccato, ma spesso si indovina.
Probabilmente, la ragione per cui è così attratto da quel cucciolotto non la conosce nemmeno lui. Avrei una mezza idea.