Nando

Conobbi Nando in modo inusuale.
Infatti un pomeriggio cercai su Google “ragazzo gay napoletano” e tra i primi risultati mi apparve il suo blog. Scambiammo qualche mail e decidemmo di vederci: avevamo solo venti anni a testa.

Passeggiammo dunque attraverso la città di Napoli un intero pomeriggio, rivolgendoci le domande di rito.
Ricordo che ci fermammo in villa comunale e che, frattanto, prima aveva imbrunito, poi s’era fatta sera bell’e inoltrata.
Noi continuavamo a chiacchierare ed era chiaro che ci piacevamo: ma io non avevo nessuna esperienza completa, mentre lui si divertiva un sacco a raccontare e magnificare le sue.
E lo mise subito in chiaro: voleva fidanzarsi con me, però dovevo muovermi ad avere la mia prima volta. Con lui, ovviamente.
Mi sorpresi a rispondergli che sì, d’accordo, stavamo assieme: avrei fatto il possibile.
Decidemmo allora di rincasare. Abitavamo parecchio vicini, quindi il pullman da prendere era lo stesso.

Ormai era notte. Ci sedemmo nelle ultime file mentre davanti a noi si accalcava tanta gente, tra cui molti ceffi poco raccomandabili.
Mi porse la mano e, sebbene la situazione fosse alquanto rischiosa, decisi di tenergliela. Arrivammo alla fine alle nostre destinazioni.

La mattina successiva mi scosse lo squillo del telefono: mi mandava un messaggio per invitarmi a casa sua, voleva sùbito rivedermi.
Ed allora mi ci avviai immediatamente, a piedi.

Si fece vivido il mio timore quando ebbi a bussare al campanello di quell’abitazione sconosciuta. Però dopo poco mi tranquillizzai perché ci mettemmo a scherzare al computer, sia pure interrotti sporadicamente dalla sua famiglia.

Poi, ad un certo punto, mi disse: ora siamo soli.
E quasi mi buttò sul letto e si accomodò con forza sopra di me. Posò sul mio corpo qualche bacio appassionato ed iniziò a toccarmi con sapienza.

Ora non trascorsero che una manciata di minuti quando mi sussurrò all’orecchio con mia grande sorpresa:
“So che vuoi farlo con me: abbiamo poco tempo prima che tornino i miei.”
Io rimasi come imbambolato, senza che alcuna risposta mi sgorgasse dalla bocca. E se non avessi trovato il coraggio di obiettare l’esito era scontato. Stavo per cedere, vi ero vicinissimo.
Complice la forte eccitazione, accarezzavo il pensiero di concedermi per la prima volta e me ne meravigliavo con me stesso: che fine avevano fatto i miei sogni?
E perché generalmente non trovavo difficoltà nel declinare certe offerte ma in quel momento – con lui – era diverso?
Dopo un lasso brevissimo si udì il citofono. Fui quasi scaraventato a terra ed ebbi pochissimo tempo per rivestirmi.

Il giorno dopo Nando volle chiarire che un altro tipo si era fatto avanti, dovevamo lasciarci. Io ero più bello, così disse, però era meglio che non soffrissi a causa sua.

Restammo in contatto per diversi anni e quella passione estemporanea si trasformò in una sorta di amicizia: per un bel pezzo continuammo a condividere qualche passeggiata oppure un po’ di cazzeggio al pc.



Questo è un post di admin scritto in data 6 Novembre 2011 alle ore 19:29 e appartiene alla categoria Esperienze. Puoi seguire i commenti a quest'articolo attraverso un feed apposito. Sei invitato a lasciare un commento. Non è consentito il ping.

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