Os potamos

Un tempo, quando guardavo alla vita che mi attendeva, avevo delle certezze: nell’epoca acerba della prima gioventù non si conosce granché, però s’immagina con infantile sicurezza.

E quindi, anch’io mi figuravo un certo tipo di futuro. Ed avevo dedotto di essere gay perché pensavo che soltanto con un ragazzo il mio destino avrebbe potuto intrecciarsi.

Credevo poi che tante cose sarebbero rimaste immutabili, che avrei sempre avuto certe stampelle su cui poter contare.

Be’, spesso sbagliavo: il futuro lo stabilisce la vita, molte volte secondo il proprio gusto; ed oggi è tanto difficile tornare ad immaginare qualcuno che possa essermi a fianco.

Poi c’è quel vecchio filosofo che ogni tanto sentenziava: panta rei os potamos, tutto scorre come un fiume.
Solo che un fiume, nel suo alveo, accumula con sé la forza d’inerzia: e a volte ci lascia indietro, altre volte in un impeto corriamo noi avanti, senza saper bene dove andiamo.

Ed i sogni scompaiono. E forse sarà il mare ad attenderci un giorno?



Questo è un post di admin scritto in data 22 Luglio 2011 alle ore 16:50 e appartiene alla categoria Personale. Puoi seguire i commenti a quest'articolo attraverso un feed apposito. Sei invitato a lasciare un commento. Non è consentito il ping.

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