Pensieri
Questi righi, forse, non avranno molto senso ma, per una volta, voglio scrivere in modo decisamente spontaneo.
Il fatto è che oggi, se mi si chiedesse di render conto del mio umore, esso sarebbe assai difficile da definire.
Mi sento – posso azzardare – un po’ triste?, ma non sono neppure bravo a spiegare perché. Forse è che avverto il bisogno di sguinzagliare la mente per concepire qualcosa che mi tenga vivo, ma non ci riesco come vorrei.
In genere ho sempre creduto molto negli ideali, nei valori astratti e puri, belli anche soltanto da immaginare. Non so: provate a figurarvi ad esempio un affetto immenso che non chieda contropartite, oppure uno strenuo combattimento per ottenere alla fine qualcosa di raro e meraviglioso. Non vi si scalda l’animo? Ecco, a me sì.
Però è come se, sempre più fortemente, sempre più spesso, mi rendessi conto del carattere esagerato, fittizio ed illusorio di questi concetti. E, una volta privati delle loro caratteristiche extraordinarie, essi a quel punto si sgretolano senza possibilità di recupero, quasi si inabissano.
Forse non dovrei soffermarmi su queste cose; oppure, magari, sarebbe meglio soltanto che mi limitassi a cogliere le mille proposte di divertimento e sesso che mi piovono addosso da tantissimi fronti e miracolosamente continuo a rifiutare nella maggioranza dei casi.
Eppure, il lato materiale ed edonista di me esiste ed è ben vivo e talvolta si fa prepotentemente sentire. A livello mentale i miei pensieri frequentemente indugiano nella lussuria, forse anche molto più di quanto vorrei.
Ma qualcosa, cosa?, spesso mi blocca.
Magari mi servirebbe proprio come anestesia mentale, magari ne trarrei piacere e basta, magari starei meglio; oppure, forse no, tutto il contrario.
Ecco, perdonate, era soltanto una matassa sbrigliata di pensieri.