Ralph McTell – Michael in the garden
Di Ralph McTell avevo già parlato a proposito di Streets of London.
Però tanti ignorano che nel suo repertorio vi sono anche diverse altre canzoni dai testi segnatamente lirici ed evocativi.
E soprattutto mi riferisco a Michael in the Garden che tratta il tema dell’alienazione mentale, dell’isolamento, dell’unicità.
L’immagine di un bambino abbandonato, che piange tra i cespugli e vede cose inesistenti, si contrappone a quella d’una schiera di individui sani e savi, pronti a giudicarlo e sentenziare che le sue rotelle sono fuori posto.
L’autore si chiede chi davvero abbia un problema. Perché, in fin dei conti, i sapienti sono pur sempre ciechi: in grado di pontificare, etichettare, classificare – è vero – eppure, dall’alto della loro scienza, compiutamente incapaci di accostarsi alle immaginifiche percezioni del bambino.
E dunque, se non vedono, come fanno davvero a comprendere?
Michael, frattanto, dispiega le ali e vola, attraverso la mente. È libero e felice poiché sfugge alla prigione della realtà.