Rêverie
Oggi sono di umore molto pensieroso, abbastanza malinconico.
Ho voglia di star chiuso in un guscio solo mio. Ché tanto, bene o male, al mondo ce ne sono tanti di gusci, di ogni foggia e capienza.
Mi si forma allora nella mente l’immagine di un bambino, poniamo che abbia cinque anni: a quell’età gli basterebbe ricevere in prestito un pastello per disintegrare, totalmente, le sue barriere nei confronti del benefattore.
Che bello se potesse essere ancora così per tutti.
A volte, se devo sognare, vorrei dimenticare ogni malizia e scordare tutto ciò che ho appreso crescendo: in questa fantasticheria abolirei il sesso, i soldi, le occupazioni e i masochismi che ci infliggiamo quaggiù.
Soltanto farei una corsa all’aria aperta per poter incrociare uno sguardo amico.
Riesci ad immaginare due fanciullini che corrono assieme, mentre attorno si spandono gli echi delle loro risate?
Questo è il modo che hanno di volersi profondamente bene e condividere l’un con l’altro le esperienze della vita che albeggia attraverso i loro piccoli corpi; la lor maniera, infine, d’esserne felici, appagati, e null’altro mancherebbe.
Alla mia età non si può più.