Missione di salvataggio
Avevo già parlato di Mario, il mio istruttore in palestra.
Oggi nello spogliatoio ha lo sguardo parecchio corrucciato: anzi, si direbbe che il terrore stia per assalirlo.
Mi osserva mentre cerco alla bell’e meglio di riprendermi da un allenamento (midiciale, per via del caldo atroce!) e mi fa:
– Ti prego, aspettami e fammi compagnia.
– Va bene, va bene, tranquillo. Ma ch’è succieso?
– C’è quel ragazzo lì…
Mima il gesto dell’orecchio con cui si allude all’omosessualità. E, senza dubbio, ci ha azzeccato.
– Oi Ma’ – ribatto io – ma tu gli hai dato da parlà fino a mo’!
– Sì, sì, ma c’era gente. Da solo mi sentirei molto a disagio, nun tengo niente contro, ma nun ce pozzo fa’ niente!
Così si spoglia davanti a me, mentre siamo soli, e mi costringe ad assistere.
Da sottolineare che non mi piace, vuoi per l’età, fuori range, vuoi perché difetta dell’unico requisito che la palestra non può fornire: un viso dolce. E poi, volendo essere pignoli, non ha nemmeno una grossa stazza: i muscoli sul suo corpo sembrano soltanto scarabocchi tracciati con la matita.
Comunque, mi fa sentire davvero perplesso, a dir poco; lui quantomeno il sospetto che io sia gay lo ha, che senso ha ciò che ha fatto?
Forse con quell’altro aveva la certezza? Forse vuole farsi guardare?
Insomma, questi presunti etero con le loro turbe omofobe, pur con tutta la buona volontà del caso, mi lasciano molto, molto, molto interdetto :D