Tiziano Ferro – Potremmo ritornare
Ho saputo che quest’oggi è in uscita l’album “Potremmo ritornare” di Tiziano Ferro, così sono corso ad ascoltarlo su Spotify.
Non l’ho fatto interamente perché la musica bisogna godersela a pieno, però ho ugualmente sentito qualcosa.
E anche se oggi non credo di esprimermi al meglio, volevo lo stesso radunare qui sopra alcune considerazioni.
Ho dovuto cercare il testo scritto per concentrarmi adeguatamente sulle parole, ma dunque:
∙ “Il conforto” sembra esattamente voler lenire e cullare, e ci riesce benissimo. Ecco, allora non sono l’unico a cui il sonno non è amico, e poi «per pesare il cuore con entrambe le mani ci vuole coraggio».
∙ “Potremmo ritornare” ha sicuramente un tono intimista, ed io sulle emozioni degli altri non metto bocca. Però, talvolta, anche se parzialmente, esse si sovrappongono alle mie.
Il brano infatti mi ha ricordato:
1) che, da adolescente, scrivevo e recitavo preghiere, alla cerca di emozioni e desideri mai esauditi;
2) che, in tema di perdono e odio, magari può esser vero per qualcuno che i sentimenti negativi a volte preludano a quelli positivi, ma — per quanto mi riguarda — anche se la rabbia mi tenta e ghermisce ordinariamente, essa mai si trasforma in un sentire annichilente o distruttivo;
3) che ho pianto in passato con qualcuno, ma non con un essere umano con cui mi ritenessi profondamente legato;
4) che la vita travolge e subissa all’improvviso, come io so bene;
5) che in un’altra esistenza ho anelato l’altrui approvazione, ed oggi mi accorgo di quanto fatuo questo placet sia;
6) che quando c’infliggono delle ferite non è mai agevole soppesarle in gravità e numero (“tornerai ferito grave“, si canta in quest’album);
7) che avrei voluto imparare a canticchiare “a voce alta” queste parole, ma oggi purtroppo non ce la faccio;
8) che mi domando se abbia senso parlare di troppo amore, oppure se — forse — questo sentimento nella sua forma più genuina include in sé stesso l’iperbole.
Se si pesa il cuore con entrambi le mani cosa succede? Io, piuttosto, nel 2013 mi son fatto una ecografia, e questi sono i risultati.
Sono incoraggiato dal sapere di disporre di un muscolo cardiaco particolarmente resistente, come mi hanno sempre ripetuto sin dall’infanzia, tuttavia l’indistruttibile in medicina non esiste, checché ne dica qualche mente mediocre. Per questo servirebbe ripetere l’esame.